Positivismo logico, detto anche empirismo logico, un movimento filosofico sorto a Vienna negli anni ’20 e caratterizzato dall’opinione che la conoscenza scientifica sia l’unico tipo di conoscenza fattuale e che tutte le dottrine metafisiche tradizionali siano da rigettare come prive di significato. Segue una breve trattazione del positivismo logico. Per una trattazione completa, vedi positivismo: Positivismo logico ed empirismo logico.
Il positivismo logico differisce dalle forme precedenti di empirismo e positivismo (ad esempio, quello di David Hume e Ernst Mach) nel ritenere che la base ultima della conoscenza si basa sulla verifica o conferma sperimentale pubblica piuttosto che sull’esperienza personale. Differisce dalle filosofie di Auguste Comte e John Stuart Mill nel sostenere che le dottrine metafisiche non sono false ma prive di significato – che le “grandi domande irrisolvibili” sulla sostanza, la causalità, la libertà e Dio sono irrisolvibili proprio perché non sono affatto domande vere e proprie. Quest’ultima è una tesi sul linguaggio, non sulla natura, e si basa su un resoconto generale del significato e della mancanza di significato. Tutta la filosofia genuina (secondo il gruppo che fu chiamato il Circolo di Vienna) è una critica del linguaggio, e (secondo alcuni dei suoi membri principali) il suo risultato è mostrare l’unità della scienza – che tutta la conoscenza genuina sulla natura può essere espressa in un unico linguaggio comune a tutte le scienze.
Il Circolo di Vienna, che produsse il suo primo manifesto nel 1929, ebbe la sua origine nelle discussioni tra fisici e matematici prima della prima guerra mondiale. La conclusione generale fu raggiunta che l’empirismo di Mill e Mach era inadeguato, perché non riusciva a spiegare le verità matematiche e logiche e perché non rendeva conto in modo soddisfacente dell’elemento apparentemente a priori nella scienza naturale. Nel 1922 Hans Hahn, uno dei leader del Circolo di Vienna, presentò ai suoi studenti dell’Università di Vienna il Logisch-philosophische Abhandlung (1921; Tractatus Logico-Philosophicus, 1922) di Ludwig Wittgenstein. Quest’opera introdusse una nuova teoria generale del significato, derivata in parte dalle ricerche logiche di Giuseppe Peano, Gottlob Frege, Bertrand Russell e Alfred North Whitehead, e diede al gruppo di Vienna la sua base logica. La maggior parte dei membri del gruppo si trasferì negli Stati Uniti all’inizio della seconda guerra mondiale. Nel frattempo, discepoli erano sorti in molti altri paesi: in Polonia, tra i logici matematici; e in Inghilterra, dove Language, Truth, and Logic (1936) di A.J. Ayer fornì un’eccellente introduzione alle opinioni del gruppo. L’interesse per il positivismo logico cominciò a scemare negli anni ’50, e nel 1970 aveva cessato di esistere come movimento filosofico distinto.