NERDS AND DORKS and doofuses may come and go, but jerks lurch risolutely on.
Per trovare il background completo della parola slang jerk, dobbiamo aspettare il prossimo volume del Random House Historical Dictionary of American Slang, che uscirà nel 1997, ma per imparare come questa parola è usata nel dialetto americano – e dove è cominciata – siamo ora benedetti dal terzo volume (da I a O) del Dictionary of American Regional English (DARE), che esce questo mese, curato dal gigante lessicografico americano, Fred Cassidy, ora 89enne, con Joan Houston Hall.
Nel 1805, uno studente di superstizione e religione, Herbert Mayo, riformulò il sostantivo dal vecchio verbo per applicarlo al movimento vigoroso delle teste di coloro che manifestano l’estasi religiosa: ”Ho visto tutte le denominazioni di religione esercitate dai sobbalzi.
I ferrovieri, specialmente in Pennsylvania, hanno anche usato il verbo per coniare la città di jerkwater, dalla raccolta dell’acqua dal track pan (un trogolo tra i binari) in una città troppo piccola per una fermata del treno. Gli abitanti del sud-ovest inventarono il beef jerky, strisce di carne di manzo essiccata, basate su una parola ispano-americana, charqui, per la carne spezzettata. Nel 1883, l’umorista George Peck in ”Peck’s Bad Boy” diede al verbo un significato di ”servire, attingere, dispensare”, con ”Devo andare giù alla fabbrica di vento zuccherato, e fare jerk soda”. (”86 sulla casa galleggiante, 99 — ne sparo una e la allungo” significa ”Abbiamo finito la banana split, capo soda jerk, così mi faccio una Coca media”)
Indiano, ora sotto attacco da parte di chi preferisce ”nativo americano”, ha una storia che forma molte frasi. Il mais indiano è un’erba di cereali usata per il cibo, ma il pane indiano è il pane di mais fatto con il vero mais. Un’ustione indiana viene inflitta ”afferrando il braccio di una persona con entrambe le mani e ruotando in direzioni opposte simultaneamente”. (Nel Bronx, questo si chiama “noogie”).