Settostomia atriale

La maggior parte delle settostomie atriali viene eseguita su neonati con d-TGA o altri difetti cardiaci cianotici. In questi casi, un catetere a palloncino viene guidato attraverso una grande vena nell’atrio destro, durante il cateterismo cardiaco. Il catetere viene infilato nel forame ovale, un foro naturalmente esistente tra gli atri che normalmente si chiude poco dopo la nascita. Il palloncino all’estremità del catetere viene gonfiato in modo da allargare il forame ovale abbastanza da non essere più sigillato. Questo permette al sangue più ossigenato di entrare nel cuore destro (specialmente nel caso della d-TGA) dove può essere pompato al resto del corpo. Il palloncino viene sgonfiato e il catetere viene rimosso.

A volte l’intervento iniziale non ha completamente successo, o ci sono altri fattori che rendono impossibile una semplice settostomia atriale con palloncino, come un paziente anziano il cui forame ovale è già chiuso. Questo è il momento in cui viene eseguita una settostomia atriale a lama. I dettagli della procedura sono in gran parte gli stessi, tranne che una piccola lama all’estremità del catetere viene utilizzata per creare un’apertura tra gli atri destro e sinistro, prima dell’inserimento del palloncino.

La settostomia atriale con palloncino di Rashkind viene eseguita durante il cateterismo cardiaco (heart cath), in cui un catetere con palloncino viene utilizzato per allargare un forame ovale, un forame ovale brevettato (PFO), o un difetto del setto atriale (ASD) al fine di aumentare la saturazione di ossigeno in pazienti con difetti cardiaci congeniti cianotici (CHD). È stato sviluppato nel 1966 dai chirurghi americani William Rashkind e William Miller al Children’s Hospital di Philadelphia.

William Rashkind non era un chirurgo, ma un cardiologo pediatrico al Children’s Hospital di Philadelphia. È stato uno dei padri del campo della cateterizzazione interventistica, e ha sviluppato non solo questa tecnica e dispositivo salvavita per i neonati con trasposizione delle grandi arterie, ma anche dispositivi per chiudere i difetti del setto atriale (ASD) e il persistente dotto arterioso pervio (PDA). Fu il capo della Divisione di Cardiologia Pediatrica all’Ospedale dei Bambini di Filadelfia fino alla sua morte nel 1986 per melanoma maligno.

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