Pittura a campi colorati, con Action painting, uno dei due principali ceppi del movimento artistico del XX secolo noto come Espressionismo astratto o scuola di New York. Il termine descrive tipicamente tele di grandi dimensioni dominate da distese piatte di colore e con un minimo di dettagli di superficie. I dipinti a campi di colore hanno un campo unificato a immagine singola e differiscono qualitativamente dalle pennellate gestuali ed espressive di artisti come Jackson Pollock e Willem de Kooning. La pittura a campi di colore fu identificata a metà degli anni cinquanta dal critico d’arte americano Clement Greenberg, che poi usò il termine astrazione post-pittorica per descrivere la successiva generazione di lavori di un gruppo di pittori che includeva Morris Louis, Helen Frankenthaler e Kenneth Noland.
Nel suo influente saggio “Modernist Painting” (1961), Greenberg articolò l’idea che la pittura dovesse essere autocritica, rivolgendosi solo alle sue proprietà intrinseche, cioè piattezza e colore. Dichiarò che “il Modernismo usava l’arte per richiamare l’attenzione sull’arte”, e nei suoi scritti di questo periodo rintracciò il lignaggio della pittura a campi di colore fino alla resa della figura non modellata del pittore francese del XIX secolo Édouard Manet attraverso le grandi astrazioni di Mark Rothko e Barnett Newman.
La nozione di pittura a campi di colore implicava che solo le risposte ottiche fossero significative nella pittura. Il soggetto era proibito e l’illusionismo condannato. I dipinti macchiati della Frankenthaler incarnarono perfettamente la direzione formalista di Greenberg rendendo la superficie e il colore inseparabili. Impregnò letteralmente la tela non spalmata di pigmento, creando campi di colore amorfo. Ispirato dai dipinti macchiati della Frankenthaler, Morris Louis iniziò a impregnare le sue tele alla fine degli anni cinquanta. Ha anche eliminato del tutto la pennellata versando linee viscose di vernice multicolore per creare effetti arcobaleno. Come Jasper Johns prima di lui, Noland usò il banale bersaglio come un disegno trovato con cui esaminare diverse tonalità e valori di colore piatto.