Piazza di Spagna
Dalla Piazza del Popolo, la Via del Babuino conduce a Piazza di Spagna. Un obelisco vi fu eretto nel 1857 per commemorare la promulgazione nel 1854 del dogma dell’Immacolata Concezione. La fontana lì, la Barcaccia, è alimentata dall’Acqua Vergine, un acquedotto del 19 a.C., che sfuggì alla distruzione gotica perché era principalmente sotterraneo e che fu riparato nel 1447. Quando la fontana fu progettata all’inizio del 1600 dal Bernini (che si crede sia Pietro, anche se alcuni hanno attribuito il lavoro a suo figlio, Gian Lorenzo), non c’era sufficiente pressione dell’acqua per i getti a pioggia, così fu concepita la forma della Barcaccia: un’antica barca di marmo che affonda teneramente nella sua vasca di marmo.
L’elemento architettonico più sorprendente della piazza – anzi, uno dei più sorprendenti di tutta Roma – è la famosa Scalinata della Trinità dei Monti, conosciuta come la Scala di Spagna. La scalinata è un raro caso di fallimento della propaganda culturale francese: sebbene si chiami Scala di Spagna – l’ambasciata spagnola si trasferì sulla piazza nel XVII secolo – è inequivocabilmente francese. Suggerita per la prima volta dai francesi all’epoca dell’installazione dell’ambasciata spagnola, l’idea fu approvata dalle autorità papali 100 anni dopo e pagata con un lascito di un diplomatico francese. Le scale salgono alla chiesa e al convento di Trinità dei Monti, costruiti dai francesi, iniziati nel 1495 con un dono del re francese Carlo VIII in visita e restaurati da Luigi XVIII.
Il romanziere inglese Charles Dickens descrisse la scalinata come affollata da “modelli d’artista” disimpegnati in costume regionale; è ancora affollata da vagabondi in abiti caratteristici di tutto il mondo. In effetti, dalla fine del XVI secolo Piazza di Spagna è stata un luogo di sosta per i turisti, oltre che una destinazione per artisti e scrittori. I giovani signori del Grand Tour d’Europa lasciavano le loro pesanti carrozze da turismo per il rifornimento in una strada laterale ancora chiamata Via delle Carozze. Il poeta inglese John Keats morì in una casa sulla piazza che ora è un museo. Un certo numero di artisti – quelli che non sono stati cacciati dalle gallerie e dai negozi ultra-modaioli – conservano ancora gli studi tra i giardini recintati della vicina via Margutta.