Papa Giovanna, leggendario pontefice donna che avrebbe regnato, con il titolo di Giovanni VIII, per poco più di 25 mesi, dall’855 all’858, tra i pontificati di San Leone IV (847-855) e Benedetto III (855-858). In seguito è stato dimostrato che tra Leone e Benedetto c’è stato un intervallo di poche settimane e che la storia è interamente apocrifa.
Una delle prime fonti esistenti per la leggenda di Papa Giovanna è il De septem donis Spiritu Sancti (“Sui sette doni dello Spirito Santo”) del domenicano francese del XIII secolo Stefano di Borbone, che data l’elezione di Giovanna al 1100 circa. In questo racconto il pontefice senza nome era un’abile scriba che divenne un notaio papale e in seguito fu eletto papa; incinta al momento della sua elezione, partorì durante la processione al Laterano, dopodiché fu trascinata fuori da Roma e lapidata a morte.
La storia fu ampiamente diffusa durante il tardo XIII secolo, soprattutto dai frati e principalmente per mezzo di interpolazioni fatte in molti manoscritti del Chronicon pontificum et imperatorum (“Cronaca dei Papi e degli Imperatori”) dal domenicano polacco Martin di Troppau del XIII secolo. Il sostegno alla versione secondo cui ella morì di parto e fu sepolta sul posto derivava dal fatto che negli anni successivi le processioni papali erano solite evitare una particolare strada, presumibilmente dove era avvenuto l’evento disdicevole. Il nome Giovanna non fu adottato definitivamente fino al XIV secolo; altri nomi comunemente dati furono Agnes o Gilberta.
Secondo la leggenda successiva, in particolare quella di Martino (che datò la sua elezione nell’855 e che la chiamò specificamente Johannes Angelicus), Giovanna era una donna inglese; ma il suo luogo di nascita fu dato come la città tedesca di Magonza – un’apparente incongruenza che alcuni scrittori conciliarono spiegando che i suoi genitori erano emigrati in quella città. Si suppone che si sia innamorata di un monaco benedettino inglese e che, vestita da uomo, lo abbia accompagnato ad Atene. Avendo acquisito grande cultura, si trasferì a Roma, dove divenne cardinale e papa. Dal XIII secolo la storia appare nella letteratura, comprese le opere del cronista benedettino Ranulf Higden e degli umanisti italiani Giovanni Boccaccio e Petrarca.
Nel XV secolo, l’esistenza di Giovanna era considerata un fatto, anche dal Concilio di Costanza nel 1415. Durante i secoli XVI e XVII la storia fu usata per la polemica protestante. Studiosi come Enea Silvio Piccolomini (poi Papa Pio II) e il cardinale Cesare Baronio considerarono la storia infondata, ma fu il calvinista David Blondel che fece il primo deciso tentativo di distruggere il mito, nel suo Éclaircissement familier de la question: si une femme a été assise au siège papal de Rome (1647; “Illuminazione familiare della questione: Whether a Woman Has Been Seated on the Papal Throne in Rome”). Secondo una teoria, la favola nacque da un pettegolezzo diffuso sull’influenza esercitata dalla senatrice romana Marozia del X secolo e da sua madre Teodora della potente casa di Teofilatto.