Lingua fenicia, una lingua semitica del gruppo centro-settentrionale (spesso chiamata nordoccidentale), parlata nell’antichità sulla costa della Siria e della Palestina a Tiro, Sidone, Byblos, e città vicine e in altre zone del Mediterraneo colonizzate dai fenici. Il fenicio è molto vicino all’ebraico e al moabita, con cui forma il sottogruppo cananeo delle lingue semitiche centrali settentrionali. La più antica iscrizione fenicia risale probabilmente all’XI secolo a.C.; l’ultima iscrizione dalla Fenicia propriamente detta è del I secolo a.C., quando la lingua era già stata sostituita dall’aramaico.
Oltre ad essere usata in Fenicia, la lingua si diffuse in molte delle sue colonie. In una, la città nordafricana di Cartagine, uno stadio successivo della lingua, noto come punico, divenne la lingua dell’impero cartaginese. Il punico fu influenzato nel corso della sua storia dalla lingua amazigh e continuò ad essere usato dai contadini nordafricani fino al VI secolo ce.
Le parole fenicie si trovano nella letteratura classica greca e latina così come negli scritti in egiziano, accadico ed ebraico. La lingua è scritta con un alfabeto di 22 caratteri che non indica le vocali. Il sistema di scrittura fenicio è sopravvissuto nella scrittura tifinagh dei Tuareg, che vivono nel Sahara meridionale.