Trasmissione di lingua e cultura
La lingua si trasmette culturalmente, cioè si impara. In misura minore viene insegnata, quando i genitori, per esempio, incoraggiano deliberatamente i loro figli a parlare e a rispondere al discorso, correggono i loro errori e ampliano il loro vocabolario. Ma bisogna sottolineare che i bambini acquisiscono la loro prima lingua in gran parte per “costruzione grammaticale” dall’esposizione ad un insieme casuale di enunciati che incontrano. Ciò che è classificato come insegnamento delle lingue a scuola o si riferisce all’acquisizione della seconda lingua o, nella misura in cui riguarda la prima lingua degli alunni, è principalmente diretto alla lettura e alla scrittura, allo studio della letteratura, alla grammatica formale e a presunti standard di correttezza, che possono non essere quelli di tutti i dialetti regionali o sociali degli alunni. Tutto ciò che va sotto il titolo di insegnamento delle lingue a scuola presuppone e si basa sulla conoscenza preliminare di una prima lingua nel suo vocabolario di base e nella sua struttura essenziale, acquisita prima dell’età scolare.
Se la lingua si trasmette come parte della cultura, non è meno vero che la cultura nel suo insieme si trasmette in gran parte attraverso la lingua, nella misura in cui viene esplicitamente insegnata. Il fatto che il genere umano abbia una storia nel senso in cui non ce l’hanno gli animali è interamente frutto del linguaggio. Per quanto i ricercatori possano dire, gli animali imparano per imitazione spontanea o per imitazione insegnata da altri animali. Questo non esclude l’esecuzione di pezzi abbastanza complessi e sostanziali di lavoro fisico cooperativo, come la diga di un castoro o il nido di una formica, né preclude l’intricata organizzazione sociale di alcune specie, come le api. Ma significa che i cambiamenti nell’organizzazione e nel lavoro saranno il risultato graduale di una mutazione cumulativamente rafforzata dal valore di sopravvivenza; quei gruppi il cui comportamento si altera in un modo che aumenta la loro sicurezza dai predatori o dalla carestia sopravvivrebbero in numero maggiore degli altri. Questo sarebbe un processo estremamente lento, paragonabile all’evoluzione delle diverse specie stesse.
Non c’è ragione di credere che il comportamento animale sia materialmente cambiato durante il periodo disponibile per lo studio della storia umana – diciamo, gli ultimi 5.000 anni o giù di lì – eccetto, naturalmente, quando l’intervento umano attraverso l’addomesticamento o altre forme di interferenza ha esso stesso portato a tali alterazioni. Né i membri della stessa specie differiscono in modo marcato nel comportamento su aree molto sparse, di nuovo a parte le differenze derivanti dall’interferenza umana. Si dice che i canti degli uccelli differiscano un po’ da luogo a luogo all’interno delle specie, ma ci sono poche altre prove di divergenza areale. In contrasto con questa unità del comportamento animale, le culture umane sono tanto divergenti quanto le lingue umane nel mondo, e possono cambiare continuamente, a volte con grande rapidità, come tra i paesi industrializzati del 21° secolo.
I processi di cambiamento linguistico e le sue conseguenze saranno trattati più avanti. Qui verrà considerato il cambiamento culturale in generale e la sua relazione con la lingua. Di gran lunga la maggior parte del comportamento appreso, che è ciò che la cultura comporta, è trasmesso dall’istruzione vocale, non dall’imitazione. Un po’ di imitazione è chiaramente coinvolta, specialmente nell’infanzia, nel processo di apprendimento, ma in proporzione è difficilmente significativa.
Attraverso l’uso del linguaggio, qualsiasi abilità, tecnica, prodotto, modalità di controllo sociale e così via può essere spiegata, e i risultati finali dell’inventiva di chiunque possono essere resi disponibili a chiunque altro abbia la capacità intellettuale di afferrare ciò che viene detto. Il solo linguaggio parlato estenderebbe quindi enormemente la quantità di informazioni utilizzabili in qualsiasi comunità umana e accelererebbe l’acquisizione di nuove abilità e l’adattamento delle tecniche a circostanze mutate o a nuovi ambienti. Con l’invenzione e la diffusione della scrittura, questo processo si ampliò immediatamente, e la relativa permanenza della scrittura rese la diffusione dell’informazione ancora più facile. La stampa e l’aumento dell’alfabetizzazione non fecero che intensificare ulteriormente questo processo. Le tecniche moderne per la trasmissione radiotelevisiva o quasi istantanea della comunicazione in tutto il mondo, insieme agli strumenti per tradurre rapidamente tra le lingue del mondo, hanno reso possibile che conoscenze utilizzabili di ogni tipo siano rese accessibili alle persone quasi ovunque nel mondo. Questo spiega la grande rapidità del cambiamento scientifico, tecnologico, politico e sociale nel mondo contemporaneo. Tutto questo, sia per il bene che per il male dell’umanità, deve essere attribuito al ruolo dominante del linguaggio nella trasmissione della cultura.