Nei primi anni ’30, al culmine della Grande Depressione, un’epidemia di tubercolosi travolse Washington, D.C. Mentre gli ospedali della città diventavano sovraffollati e i pazienti in eccesso venivano inviati agli ospedali dei vicini Maryland e Virginia, divenne chiaro che era necessaria una struttura dedicata per gestire l’epidemia. Quella struttura dedicata arrivò sotto forma del Glenn Dale Hospital, costruito nel 1934 per soddisfare le esigenze dei pazienti affetti da tubercolosi e per fermare la diffusione della malattia.
Anche se la tubercolosi – conosciuta anche come TBC, e storicamente come “tisi” e “peste bianca” – era conosciuta dai professionisti della medicina fin dall’antichità, la questione di come trattarla era in gran parte basata su congetture. Inoltre, a causa del suo alto tasso di contagio, le persone con diagnosi di TBC erano tipicamente isolate o addirittura evitate. Molti venivano mandati a vivere il resto della loro vita in sanatori rurali. Le famiglie dei pazienti spesso dicevano ad amici e vicini che il parente infetto era morto, piuttosto che ammettere una diagnosi di tubercolosi in famiglia.
Il trattamento preferito per la TBC a quel tempo consisteva principalmente nell’esposizione prolungata alla luce del sole e all’aria fresca. Così, il Glenn Dale Hospital fu costruito come un vasto campus di 216 acri di 23 edifici separati da prati aperti ed estesi. Giardini sul tetto furono installati e curati dai pazienti per incoraggiarli a passare più tempo possibile all’aperto. I tunnel sotterranei (ora allagati e decrepiti) fornivano il passaggio tra gli edifici in caso di maltempo, ma per il resto tutti i transiti e le attività si svolgevano all’aperto quando gli elementi lo permettevano.
Negli anni 40, i medici scoprirono che gli antibiotici avevano molto più successo nel trattamento della tubercolosi. Quando gli antibiotici divennero più disponibili negli anni ’50, il numero di pazienti tubercolotici al Glenn Dale Hospital diminuì fino a quando, nel 1960, fu riadattato a casa di cura e ospedale per pazienti indigenti. La struttura fu infine chiusa nel 1982 a causa degli alti livelli di amianto negli edifici, così come dei costi crescenti associati alla manutenzione strutturale. Da allora è rimasto in disuso e ammuffito.
Anche se la polizia pattuglia regolarmente il terreno per i trasgressori, le rovine del Glenn Dale Hospital continuano ad attrarre artisti di graffiti, cacciatori di fantasmi, adolescenti locali e altri curiosi esploratori. Allo stesso modo attrae leggende urbane, con i racconti più popolari che affermano che il sito era una volta una prigione o un manicomio.
Ci sono vaghi piani per convertire i terreni di nuovo in una casa di cura ad un certo punto in futuro, tuttavia i considerevoli costi di bonifica dell’amianto combinati con i requisiti restrittivi associati alla riqualificazione della proprietà non hanno ancora attirato un’offerta di successo. Così, per ora, l’ospedale rimane abbandonato.