Force Bill

Force Bill, legge approvata dal Congresso degli Stati Uniti nel 1833 che dava al presidente il potere di usare l’esercito per imporre la raccolta di dazi all’importazione se uno stato rifiutava di rispettare le tariffe federali. La legge fu approvata durante la crisi di nullificazione, che sorse dopo che la Carolina del Sud dichiarò che avrebbe trattato i Tariff Acts del 1828 e 1832 come nulli. Il Force Bill conteneva anche una disposizione che lo rendeva efficace solo fino alla conclusione della successiva sessione congressuale.

Le tariffe negli Stati Uniti fornivano entrate operative per il governo, ma dal 1816 furono progettate con l’ulteriore obiettivo di proteggere le imprese manifatturiere dalle importazioni a basso prezzo, in particolare dalla Gran Bretagna. Tuttavia, tali tasse aumentavano il costo dei beni necessari nel Sud agrario e lasciavano la Gran Bretagna, il mercato principale per il cotone coltivato negli stati del Sud, con un reddito ridotto, che a sua volta limitava la quantità di cotone che era probabile acquistare. Di conseguenza, i legislatori del Sud si opposero alle tariffe sempre più alte sostenute dagli stati produttori. La Tariffa del 1828, chiamata anche Tariffa delle Abominazioni, aumentò sostanzialmente le tariffe (fino al 50% sui manufatti) ma per la prima volta prese di mira anche gli articoli più frequentemente importati negli stati industriali del New England. I democratici del Sud speravano che questi ultimi prelievi si sarebbero rivelati sgradevoli per i nordisti e che la legge sarebbe fallita, ma i legislatori di altri stati del nord portarono la legge, che fu firmata in legge dal presidente John Quincy Adams.

L’idea che gli stati avessero il diritto di ignorare le leggi federali se ritenevano che il governo degli Stati Uniti non avesse l’autorità di passare tale legislazione era stata sostenuta (anonimamente) da Thomas Jefferson e James Madison nelle risoluzioni della Virginia e del Kentucky del 1798. Tre decenni dopo John C. Calhoun, un ex legislatore della Carolina del Sud che allora serviva come vice presidente sotto Adams, scrisse anonimamente la South Carolina Exposition and Protest (1828), in cui sosteneva che il governo aveva ecceduto la sua autorità nel passare la Tariffa delle Abominazioni e che gli stati quindi non erano tenuti ad applicarla. Il Congresso approvò in seguito il Tariff Act del 1832, che abbassò solo leggermente i prelievi precedenti. La Carolina del Sud adottò allora (1832) l’Ordinanza di Nullificazione, proclamando entrambe le tariffe nulle all’interno dello stato e minacciando di secedere se il governo federale avesse tentato di applicare le tariffe.

Il presidente Andrew Jackson dichiarò che gli stati non avevano il diritto di nullificazione e chiese al Congresso l’autorità di raccogliere la tariffa con la forza, se necessario. Il Congresso rispose con il Force Bill. La legge permetteva al presidente di trasferire gli uffici doganali e di richiedere che i dazi doganali fossero pagati in contanti. Autorizzava anche l’uso delle forze armate per proteggere i funzionari doganali e far rispettare la riscossione delle tariffe. Allo stesso tempo il Congresso approvò una legge che riduceva sostanzialmente i dazi all’importazione. La Carolina del Sud annullò quindi la sua nullificazione delle leggi tariffarie ma annullò il Force Bill, anche se le sue disposizioni non erano più necessarie. Le azioni di Jackson nel chiedere il Force Bill furono viste dai nazionalisti come una mossa eroica che preservò l’integrità dell’Unione e sottolineò il primato del governo federale.

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