Sezione 1: Introduzione alla teoria neofreudiana
Dissenso nei ranghi
Mentre Sigmund Freud è considerato il padre della psicoanalisi e, da molti, il padre della moderna teoria della personalità, egli era anche molto severo e testardo nelle sue convinzioni. Come rispettato studioso, sviluppò un seguito di noti teorici e psicologi nella sua società psicoanalitica. Ma man mano che le teorie venivano discusse, messe in discussione e rinnovate, molti si trovarono in disaccordo con il padre nelle loro opinioni sulla società e sulle teorie.
Come questi membri cominciarono a staccarsi dal campo freudiano, emersero molte nuove teorie che sono diventate ben accolte nel loro stesso diritto. Queste nuove teorie, tuttavia, mantengono molte delle stesse convinzioni di base della psicoanalisi, soprattutto la visione dell’inconscio come un’importante unità nelle emozioni, cognizioni e comportamenti umani. L’idea dei meccanismi di difesa legati all’inconscio è stata anche mantenuta in molte di queste nuove teorie così come l’importanza dello sviluppo precoce della formazione della personalità.
Come tali, queste nuove teorie, derivanti dal pensiero psicoanalitico e dagli scritti di Freud, mantengono ancora molte componenti freudiane. I termini neo-freudiano o psicodinamico sono stati entrambi usati per descrivere coloro che lasciarono la società psicoanalitica e formarono le proprie scuole di pensiero.
In questo capitolo discuteremo alcuni dei più importanti teorici e teorie neo-freudiane. Come Freud, è probabile che si vedano marcate somiglianze tra la teoria e la vita del teorico. È importante chiedersi se questa somiglianza è un semplice pregiudizio o un’intuizione geniale.
Tra quelli che discuteremo ci sono Alfred Adler e ciò che lui chiamava Psicologia Individuale, la Psicologia Individuale di Carl Jung, la Psicologia dell’Io di Erik ed Erikson. Parleremo anche brevemente di Karen Horney, Harry Stack Sullivan e Erik Fromm. I principali disaccordi riguardavano (1) la negatività delle teorie di Freud, (2) la sua convinzione che la maggior parte, se non tutta la personalità adulta è plasmata dalle esperienze della prima infanzia, e (3) il suo fallimento nell’incorporare le influenze sociali e culturali.