A causa dell’alta suscettibilità alle infezioni, gli antibiotici sono i farmaci più utilizzati nei neonati. Il risultato dell’uso di antibiotici, tuttavia, può essere fortemente influenzato dalla peculiare fisiologia del neonato, caratterizzata dal delicato processo di adattamento dalla vita intra- a quella extra-uterina. Altri fattori importanti che possono influenzare la terapia antibiotica sono l’età gestazionale, il peso alla nascita, la restrizione della crescita intrauterina, l’età cronologica e, soprattutto, l’immaturità della funzione renale ed epatica. Il dosaggio, i tempi e la via di somministrazione devono, quindi, prendere in attenta considerazione la variabilità neonatale di biodisponibilità, distribuzione, metabolismo, biotrasformazione ed escrezione. La regolazione fine del dosaggio e della durata della terapia deve essere basata su parametri farmacocinetici e farmacodinamici. Nonostante le variazioni significative dell’eziologia della sepsi, la migliore terapia empirica iniziale di una sospetta infezione sistemica rimane ancora, come alcuni anni fa, l’associazione di ampicillina e gentamicina. Altri antibiotici molto efficaci e utili, come le cefalosporine, i carbanepemi o i glicopeptidi devono essere somministrati con giudizio ai neonati, seguendo le raccomandazioni di un uso limitato, per ottenere la massima efficacia e la minima tossicità. Infine, a causa delle loro caratteristiche peculiari, gli antibiotici macrolidi sono stati recentemente proposti per indicazioni diverse dall’attività antibatterica. L’uso dell’eritromicina orale per il trattamento della dismotilità gastrointestinale nei neonati pretermine potrebbe ridurre l’incidenza della colestasi associata alla nutrizione parenterale di quasi il 50%, mentre l’azitromicina, per gli effetti combinati antibiotici e antinfiammatori, è stata utilizzata con successo in uno studio pilota nel neonato con peso estremamente basso alla nascita per la prevenzione della displasia broncopolmonare.