7 marchi di moda che stanno eliminando i rifiuti

Bundgaard Nielsen

@bundgaardnielsen

Bungaard Nielsen è un laboratorio artigianale con sede a Copenhagen, Danimarca. L’abito ‘Circle 1 dress’, nella foto sopra, si ribella alla standardizzazione del design dell’abbigliamento, offrendo invece una forma più sostenibile e flessibile alla taglia.

“Attualmente sto lavorando allo sviluppo di un nuovo sistema di abbigliamento flessibile alla taglia, che eliminerà la cattiva vestibilità e le taglie standard, una delle principali ragioni per cui la gente scarta i vestiti. Una volta mi hanno raccontato la storia di mio padre che riparava un motore d’aereo usando solo un tappo di bottiglia e la sua creatività durante un viaggio in Africa. Questo mi ha dato la sfida di arrangiarmi con quello che ti viene dato all’interno di una certa struttura”.

Suave

@suave_ke

Il marchio keniota Suave si occupa di dare nuova vita al vecchio, creando zaini colorati, borse e custodie per laptop fatte con tessuti riciclati e tessuti africani di provenienza locale. L’azienda si rifornisce di materiale proveniente da tessuti tagliati e pelle indesiderata, lavorando con commercianti di seconda mano, fabbriche e concerie.

“Compriamo abiti invenduti e invendibili dai commercianti del più grande mercato di seconda mano in Kenya. Ci procuriamo scarti di lavorazione dalle grandi fabbriche che producono vestiti per l’esportazione, e compriamo anche pelle scartata e di qualità inferiore dalle concerie locali, materiali che sono stati lasciati da altri acquirenti.”

Zurita

@zuritaofficial

Zurita è una collezione di abbigliamento femminile etico con la conoscenza artigianale e il patrimonio dell’America Latina. Lavorando con fibre camelidi come l’alpaca, il cotone organico pima e la seta, le silhouette sono sciolte con tagli geometrici e prodotte in una gamma di colori naturali dal grigio attraverso il marrone e il nero al bianco, con blu e giallo.

“Molti dei miei disegni sono influenzati dal pensiero geometrico e dalle creazioni dei tessitori andini. Questo antico modo precolombiano di concepire i tessuti e l’abbigliamento non lascia alcuno scarto. Non solo nei pezzi tessuti ma anche nell’uso del tessuto, cerco di utilizzare l’intero pezzo di tessuto dal disegno alla produzione.”

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